Che cosa è un Festival?
Quasi tre anni fa è nata questa idea un po’ folle e incosciente di organizzare un festival di Tango a Lucca. Un po’ folle perché prima di tutto era ed è un momento non facile nel panorama del tango italiano dove molti festival sono apparsi e e scomparsi nel giro di pochi anni, molti si sono ristretti fino a diventare semplici weekend di Tango con una coppia di artisti, altri si sono trasformati in maratone, mentre solo pochi resistono e prosperano ancora. Un po’ incosciente perché nessuno delle due persone che decisero di dare forma a questa idea vivevano a quel tempo, né vivono ora, a Lucca.
Io ci sono nato, è la mia città, ma non ci vivo da più di 20 anni. Idea un po’ pazza infine perché credevamo che si potesse fare tutto in due e per giunta da Milano e perché tutto sommato, che sarà mai, pensavamo: se arrivano 100 persone sarà già per noi un successo. Quando poi nelle settimane precedenti alla prima edizione del 2016 ci siamo resi conto che di persone ne stavano arrivando più di 500, panico ed entusiasmo si sono miscelati in uno strano tipo di carburante che ci ha portato, nell’ultimo mese, a lavorare fino a 18 ore al giorno, che sono poi man mano diventate 20 e anche 21 (non esagero) nei giorni effettivi della manifestazione. Per la seconda edizione, l’anno scorso, ci siamo organizzati meglio, avvalendoci di numerosi e preziosi collaboratori, anche se tutti ci dicevano che avremmo dovuto aspettarci un calo fisiologico, perché si sa, la seconda edizione di tutto è sempre la più difficile, come il secondo libro di un autore la cui opera prima è stato un best seller. A dispetto delle previsioni, nel 2017 coloro che hanno interagito in qualche modo con il Lucca Tango Festival (per partecipare sia a lezioni, che a milonghe serali che a milonghe pomeridiane) sono stati più di 700.
Quest’anno siamo alla terza edizione e vedremo. Comincerà il 18 ottobre (www.luccatangofestival.it) ed è ancora presto per fare una stima, ma intanto colgo questa occasione per riflettere su quali sono stati gli ingredienti che hanno fatto del Lucca Tango Festival un successo immediato e su quali sono gli elementi essenziali che fanno o dovrebbero “fare un festival” degno di questo nome.
Per quanto riguarda le ragioni alla base del successo del Lucca Tango Festival credo che l’ordine di importanza sia coincidentalmente rispecchiato (ma esistono davvero le coincidenze? O tutto si iscrive in un disegno di senso, magari a nostra insaputa?) dall’ordine delle parole che formano la sua denominazione:
LUCCA, che viene per prima nel nome del LTF, ha giocato, credo, un ruolo determinante. È una città piccola, bella, raccolta in una cerchia di mura rinascimentali interamente conservate a forma di ellisse. Il centro storico, di impianto prettamente medievale è ottimamente conservato, per il 90% pedonale e non contiene palazzi e costruzioni che non abbiano almeno 3-400 anni.
TANGO. Abbiamo scelto il meglio fin dall’inizio: i nomi più famosi del panorama mondiale sia come ballerini, che come insegnanti che come musicisti.
FESTIVAL. Questo terzo elemento mi suggerisce una riflessione da cui nasce il titolo di questo articolo: cosa è o dovrebbe essere un festival?
Festival è un termine da sempre legato alle manifestazioni popolari. Richiama il concetto di festa ed è anticamente legato al mondo del teatro, delle rappresentazioni. E si sa che il teatro occidentale è nato nella Grecia antica e che lì era un genere a base fortemente popolare.
Nell’Atene del V secolo il rito del teatro era inserito in momenti come Le Grandi Dionisie, feste in onore del Dio Dioniso che consistevano in quattro giorni di sospensione totale della vita ordinaria della Polis, in cui la popolazione pensava solo a rappresentare e a godersi tragedie e commedie messe in scena dalla mattina al tramonto nei vari teatri cittadini. Il festival era inteso come vero e proprio buco nel tempo, come uscita dal kronos ordinario, come il vivere per alcuni giorni in una dimensione alternativa, in una realtà altra.
Ecco che pensando a questo significato originario della parola festival, mi appare chiaro il ruolo fondamentale che ha avuto Lucca, la mia città, nel fare del Lucca Tango Festival, indipendentemente dal diverso gradimento personale dei partecipanti, un festival nel senso originario del termine. Credo che il merito del successo del LTF sia soprattuto della città che lo ospita, il nostro è stato solo quello di averla scelta.
La location del Lucca Tango Festival è un elegante palazzo antico nel centro storico. Tutte le attività del festival si svolgono in uno stesso posto. Lucca, come dicevo all’inizio, è una città chiusa dentro un cerchio (un cerchio allungato ma tant’è) di Mura perfettamente conservate. Dentro ci si sente protetti dall’attacco della contemporaneità, ci sente presi come in un girotondo in cui si può giocare a far finta di essere in un altro secolo. Non si ascoltano rumori di auto né di motori per le strade e per i vicoli medievali di questa città. Venendo a Lucca per questi 4 giorni si può “abbandonare” l’auto in qualche parcheggio fuori le mura e, passeggiando da una Milonga o da una lezione verso le numerose trattorie cittadine o verso il proprio hotel o bed & breakfast ci si può dimenticare di essere nel terzo millennio.
Anche la piazza simbolo di Lucca è rotonda: piazza dell’Anfiteatro, diventata sul nostro logo e sul materiale pubblicitario anche il simbolo del Lucca Tango Festival, con la sua rotondità simboleggia la fuga dal tempo lineare, quello della quotidianità, a vantaggio di un tempo circolare, che da l’illusione di non passare ma, per una volta, solo di girare intorno, come fa chi danza. Una rotondità che è anche quella dell’abbraccio, che nel tango è così fondamentale e fondante. Il cerchio delle mura e della piazza, l’abbraccio, il girotondo: tre elementi che suggeriscono il gioco, la festa, l’alterità nei confronti di un mondo economico dove il modo più efficace di unire due punti è invece una retta.
Allora, anche quest’anno ancora Lucca Tango Festival sia: un altro festival come ribellione alla linea retta, come gioco a far finta che il tempo non ci sia o che non ci domini, come fuga dalla realtà compiuta nell’intimità di un abbraccio che dura finché resiste la musica, fino all’ultima nota.
www.luccatangofestival.it (dal 18-21 ottobre 2018)